Published On: 17 Gennaio 2025705 words3.5 min read

(Adnkronos) – Fare quadrato attorno a Luca Zaia in Veneto, chiedendo alla premier Meloni di “guardare anche agli interessi della coalizione e non solo a quelli di Fratelli d’Italia”. Ma anche rafforzare la leadership di Salvini, in vista del congresso nazionale che il leader di via Bellerio vorrebbe fare “entro marzo”. Nel consiglio federale leghista, convocato alla Camera da Matteo Salvini, nelle oltre due ore di meeting, a prendersi la scena è il tema delle elezioni regionali in Veneto, come prevedibile, dopo le fibrillazioni nella maggioranza sul terzo mandato. Salvini ha al suo fianco i fedelissimi, a partire dai suoi tre vice: Claudio Durigon, Alberto Stefani e Andrea Crippa, assembrati nella sala Salvadori della Camera. Con loro anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e quello per gli Affari regionali, Roberto Calderoli. Collegati invece i governatori del partito, Luca Zaia (Veneto), Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia) e Attilio Fontana (Lombardia).  

Quando parla Salvini si capisce che il leader della Lega cerca l’intesa in extremis sulla regione governata da Zaia, cercando di tenere lontani i rischi di corto circuiti con i territori. “Questa è una partita irrinunciabile per la Lega”, è il suo ragionamento, l’assunto da cui si deve partire, su cui convergono subito tutti, con Giancarlo Giorgetti e Roberto Calderoli che non nascondono la loro approvazione. Nel frattempo dall’ufficio stampa si enfatizza: c’è “totale sintonia e condivisione degli obiettivi fra Matteo Salvini, Luca Zaia e l’intero consiglio federale” perché il Veneto “è un modello di buon governo apprezzato a livello nazionale e internazionale”. La Lega sottolinea come gli amministratori con la tessera del partito di via Bellerio siano quasi sei mila, di cui 500 sindaci, 5mila tra consiglieri e assessori comunali e 150 consiglieri e assessori regionali. Numeri importanti per dire che “squadra che vince non si cambia”. 

Luca Zaia collegato ribadisce la sua posizione. “In Veneto gli elettori sono dalla mia parte, mi chiedono di esserci”. Salvini annuisce e chiede unità, anche in vista del congresso nazionale “che vorrei fare entro marzo”. Rafforzare la leadership, è in sintesi il ragionamento, potrà consentire alla Lega di porre le questioni, come appunto quelle del terzo mandato, “in modo più efficace”. Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera, può ricordare che sul terzo mandato anche la via parlamentare è ancora aperta, “ci sono infatti i nostri emendamenti”. 

Ragionamenti che sono indirizzati agli alleati di governo, a cui i leghisti – compatti nella difesa di una regione simbolo – non risparmiano qualche stoccata. Il veneto Alberto Stefani, che è pure vicesegretario nazionale, se la prende con Gasparri, il capogruppo azzurro che ha ironizzato su Zaia, assicurando che si troverà il modo di sfamarlo. In sala qualcuno ha poi fatto notare come “il consenso che si ha alle politiche è una cosa, le regionali sono un altro mondo…”. “Meloni deve fare anche il capo della coalizione, deve garantire tutti, non solo il suo partito, deve essere una buona madre…”, avverte un big del partito che è pure ministro. Ottimista il titolare dell’Economia Giorgetti. “Tutti al fianco di Zaia? “Assolutamente sì”, dice intercettato dai cronisti al termine del consiglio federale. La quadra con gli alleati? “Si trova, si trova…”, assicura. 

Per il segretario Salvini la strada pare segnata, si dovrà trovare il modo di arrivare a rinnovare il mandato a Zaia, magari come accenna qualcuno rinviando ancora il voto, con l’ipotesi di accorpare le regionali, previste nel 2025, con le comunali dell’anno prossimo.  

Il leader della Lega torna a parlare della questione anche a ‘Cinque minuti’ su Rai 1. “Sicuramente un conto è il voto politico, altra cosa è la buona amministrazione locale – sottolinea – Mettere in discussione il buon governo della Lega e di Zaia in Veneto da anni per equilibri politici e per scelte romane non mi sembrerebbe utile. Quindi sono sicuro che con gli alleati troveremo una quadra come abbiamo sempre trovato e sono sicuro che nessuno voglia mettere in discussione uno dei governi più virtuosi d’Europa per mettere una bandierina da qualche parte”.  

“In questi due anni e pochi mesi di governo – aggiunge – la Lega è stata assolutamente leale in ogni votazione nei confronti del governo. La stabilità del governo italiano è un patrimonio che l’Europa ci sta invidiando e che ci sta premiando economicamente, quindi non si mette in discussione assolutamente un governo che arriverà a tutti e cinque gli anni”. 

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